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Idee Laiche e Cattoliche a confronto: domanda 1
1- Come considera, a livello politico, la Chiesa per l'Italia? utile o dannosa?
RISPOSTA DI DAVIDE MAZZA, AUTORE CATTOLICO:
La
Chiesa è una realtà profondamente radicata in italia, che in quanto
tale non si può ignorare e che, per motivi di semplice praticità, non si
può neanche avversare in toto. Posto ciò, direi che è utile: infatti,
politicamente parlando, la chiesa è capace di far muovere le masse
elettorali nelle direzioni da lei volute; indi, il suo sostegno ad un
governo è garante della stabilità dello stesso: e ciò che rende stabili i
governi senza ricorrere alla dittatura è indubbiamente utile. Altresì,
un governo che non ha rapporti con la chiesa ha poche probabilità di
reggersi : lo stesso Duce, nonostante il suo personale ateismo e al
fatto che nel suo partito del fascio esistevano anche correnti
anticlericali non irrilevanti, fu costretto a cercare un compromesso per
avere l'appoggio della chiesa al suo governo, compromesso che si
concretizzò nei patti lateranensi e nella nascita dello Stato Vaticano.
Questo perché la Chiesa, come posto all'inizio, è una realtà
profondamente radicata sul suolo italico che, sempre come scritto sopra,
riesce, grazie alla suo prestigio, a favorirne la vita politica.
Favorirla perché i cattolici, presenti in quasi tutte le forze
politiche, possono favorire la collaborazione tra i vari partiti, e la
collaborazione delle forze di governo, come in quello attuale, permette
un buon funzionamento dello stesso.
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RISPOSTA DI SARA OBICI, AUTRICE LAICA:
La
chiesa a livello politico per l'Italia è assolutamente dannosa. Per
dimostrare questa affermazione occorre fare una premessa: l'articolo 7
della costituzione italiana recita: "lo Stato e la Chiesa Cattolica
sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani". Quindi, per
rispettare tale legge,le varie condotte dei due stati dovrebbero essere
"slegate" e prive di collegamenti tra di loro; ognuna concentrata sul
proprio ambito: lo stato verso la politica e la chiesa verso il suo
compito di guida spirituale (di una religione che in verità
professerebbe la rinuncia ai beni materiali e la predilezione per la
ricchezza spirituale). Invece nella realtà possiamo trovare numerosi
esempi di come, nel corso della storia, le strategie politiche di queste
istituzioni si siano intrecciate per portare avanti un progetto comune
volto a mantenere privilegi e ricchezze. Un esempio recente è fornito
dagli avvenimenti avvenuti a cavallo tra il 2004 e il 2005: la corte di
cassazione aveva stabilito con una sentenza che l'esenzione dall'ICI per
la chiesa potesse essere applicata solo agli immobili usati per scopi
di culto; il provvedimento sarebbe stato abbastanza sconveniente per la
chiesa, così ecco arrivare in aiuto Silvio Berlusconi, si deve a lui la
norma (ancora vigente) che stabilisce l’esenzione dal pagamento dell’Ici
per tutti gli immobili della Chiesa cattolica. Di che utilità potrebbe
essere questo accordo per i cittadini italiani? Assolutamente nessuna,
anzi è deleterio perchè non solo così vengono a mancare degli introiti
importanti alle casse dello stato, ma si tratta di una palese violazione
dell'articolo 7. Un esempio addirittura migliore ci è fornito dal fatto
che con gli accordi tra chiesa e stato viene violato anche l'articolo
33 della costituzione italiana che dà il diritto ad "enti e privati di
istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato" che
non può (non deve) accollarsene di alcun tipo. Però è un fatto assodato
che lo stato finanzi con ragguardevoli contributi le scuole private di
proprietà della chiesa (si veda la Legge di Stabilità che ha assegnato
262 milioni di euro alle scuole e alle università private). Dopo aver
esposto questi fatti si arriva alla logica deduzione che questi e
numerosi altri accordi (che per ragioni di spazio non si sono potuti
trattare) non hanno portato che alla violazione della costituzione
italiana e a nessun sensibile miglioramento per lo stato, che si ritrova
sempre più privato della sua legittima laicità e sempre meno
incentivato dal punto di vista delle strutture di educazione pubbliche.
Inoltre possiamo renderci conto che le altre grandi democrazie europee
(Svezia, Norvegia, Finlandia ) che si reggono senza il sostegno di
istituzioni religiose funzionano a meraviglia (anzi realisticamente
molto meglio di noi) e consentono la massima libertà di coscienza ad
ogni cittadino.
Idee Laiche e Cattoliche a confronto: domanda 2
2- Come giudica l'azione caritativa e sociale delle Caritas diocesane
e degli oratori?
e degli oratori?
RISPOSTA DI DAVIDE MAZZA, AUTORE CATTOLICO:
Indubbiamente
le Caritas diocesane svolgono un buon lavoro nel soccorso agli
indigenti, tanto che il loro impegno e le loro iniziative sono lodate a
livello nazionale e da più voci di diversi cori. Senza quindi negare le
realtà e l'utilità degli altri enti assistenziali non legati alla
chiesa, direi che le Caritas sono di certo le più famose e le più
presenti, sobbarcandosi una buona parte di onere che sarebbe di
competenza statale, e quindi risparmiando delle spese allo stesso.
Stesso dicasi per gli oratori, che, come le pro loco o le associazioni
culturali e sportive, offrono momenti di coesione sociale tra i
cittadini; indi, come gli altri enti prima ricordati, svolgono senza
dubbio un'attività benefica per la nazione, tenendo saldo e compatto il
tessuto sociale dei paesi e delle città, in cui è diventato di uso un
certo campanilismo poco propenso all'integrazione con prossimo.
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RISPOSTA DI SARA OBICI, AUTRICE LAICA:
Indubbiamente
l'azione sociale della Caritas svolge un compito importante e
apprezzabile per il prossimo e per chi si trova in difficoltà; e questo è
un fatto concretamente molto positivo. Eppure non riesco a separarmi da
un ragionamento che ne ridimensiona notevolmente la "nobiltà"
dell'operato. La religione cristiana ha da sempre un' influenza e un
potere sulle masse davvero impressionante, potere che deriva in parte
dal valore indiscusso di alcuni suoi concetti portatori di pace,
solidarietà ecc; ma che in larga parte per far presa sul volgo sfrutta
la paura primordiale ed atavica caratteristica dell'uomo. Da qui la
dettagliata descrizione dei pericoli e delle atrocità dell'inferno
(riservato ai peccatori e a coloro che non aderiscono a questa
religione) e l'affresco delle utopiche tranquillità del paradiso
(riservato ai più meritevoli tra gli uomini, cioè coloro che compiono
buone azioni).
Questi stereotipi e questi dogmi si sono in qualche modo impressi nell'inconscio e nell'immaginario collettivo di tutti: Quindi può nascere il sospetto (più che legittimo) che queste buone azioni possano essere il frutto della paura di finire all'inferno piuttosto che derivino dalla convinzione che fare del bene sia realmente giusto. Problema che indubbiamente non si può porre per le associazioni di volontariato laico. Il bene dovrebbe essere fatto poichè è moralmente giusto farlo e a prescindere da qualsiasi fede religiosa (le quali soprattutto nella storia antica non hanno certo aiutato da questo punto di vista, ma sono state la "giustificazione" per gli atti di violenza più atroci mai verificatosi: come guerre "sante", stermini, razzie). La solidarietà perde di valore se fatta per i motivi sbagliati, pur producendo risultati concreti; e se si è arrivati davvero all'ultima spiaggia da tirarla in ballo e da usarla come vanto per una delle ultime poche concrete buone azioni svolte dalla chiesa la situazione non può che precipitare verso scenari sempre più bassi. In ogni caso la validità dei comportamenti etici deve venire prima di ogni convinzione di tipo religioso.
Questi stereotipi e questi dogmi si sono in qualche modo impressi nell'inconscio e nell'immaginario collettivo di tutti: Quindi può nascere il sospetto (più che legittimo) che queste buone azioni possano essere il frutto della paura di finire all'inferno piuttosto che derivino dalla convinzione che fare del bene sia realmente giusto. Problema che indubbiamente non si può porre per le associazioni di volontariato laico. Il bene dovrebbe essere fatto poichè è moralmente giusto farlo e a prescindere da qualsiasi fede religiosa (le quali soprattutto nella storia antica non hanno certo aiutato da questo punto di vista, ma sono state la "giustificazione" per gli atti di violenza più atroci mai verificatosi: come guerre "sante", stermini, razzie). La solidarietà perde di valore se fatta per i motivi sbagliati, pur producendo risultati concreti; e se si è arrivati davvero all'ultima spiaggia da tirarla in ballo e da usarla come vanto per una delle ultime poche concrete buone azioni svolte dalla chiesa la situazione non può che precipitare verso scenari sempre più bassi. In ogni caso la validità dei comportamenti etici deve venire prima di ogni convinzione di tipo religioso.
Idee Laiche e Cattoliche a confronto: domanda 3
RISPOSTA DI DAVIDE MAZZA, AUTORE CATTOLICO:
Direi
di no; o meglio, certamente ci potrebbero essere dei particolari, anche
significativi, diversi, ma ritengo che il succo del concordato sia
stata la soluzione più realisticamente attuabile. Il Papato è una
struttura che gode di prestigio internazionale, senza contare di quello
che gode a livello nazionale. Una sua eliminazione o, come fantastica
qualcuno, un suo spostamento in terre straniere, è francamente poco più
che una pia illusione, date le sicure opposizioni interne ed esterne che
ne nascerebbero e che bloccherebbero sul nascere qualsiasi iniziativa
in tal senso; né, del resto, penso che qualche persona ragionevole, per
quanto anticlericale, abbia in mente soluzioni del genere al problema
stato-chiesa, a meno di non voler sfociare nella dittatura: gli stessi
radicali, che si scontrano con la Chiesa praticamente su ogni cosa, non
hanno mai proposto di, ad esempio, esiliare Papa e curia in Terra Santa e
requisire il vaticano per farne un museo (le fantasie di qualcuno a cui
accennavo poco sopra), né penso lo proporranno mai. Anche perché , come
dicevo prima, sarebbe una deriva dittatoriale: un conto è infatti
impedire alla Chiesa di intervenire bruscamente negli affari di uno
stato laico, un altro è cercare di estirpare la suddetta perché non si è
d'accordo con le sue idee. I beni ecclesiastici sono, per la maggior
parte, di molto antecedenti l'Unità Italiana, perciò fatti costruire
dalla chiesa stessa o a lei donati: indi lo Stato, se li sequestra ed
impedisce a coloro che gli edifici li hanno fatti costruire, gli
ecclesiastici, di usufruirne, per motivi ideologici, inficia la
proprietà privata del cittadino (i sacerdoti hanno pur sempre residenza
italiana), indi sconfina dalla sua autorità statale, conferita dai
cittadini stessi per garantirli e non per bistrattarli, e prende,
appunto, una deriva tirannica. E del resto, la Chiesa non può certo
stare sotto il controllo di uno Stato: così come esso deve essere
indipendente dalla chiesa, così essa deve essere libera ed indipendente
dallo Stato. “Libera Chiesa in libero stato” sintetizzava Cavour: e dato
che, se si trovasse su suolo italiano la Chiesa non sarebbe
indipendente, ma dipendente, ne deriva necessariamente che il Vaticano
deve essere proprio una realtà a parte; ed il concordato permette
(anche) ciò: permette alla chiesa di essere indipendente rispetto allo
stato ed allo stato di non avere responsabilità verso la chiesa.
Concludendo, secondo me, non ci sono soluzioni realisticamente possibili
ai patti lateranensi.
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RISPOSTA DI SARA OBICI, AUTRICE LAICA:
Certo,
realisticamente dico che andrebbe abolito. Dato che il Vaticano ha una
sigla automobilistica (SCV) ed è in termini di diritto uno stato
indipendente che può: battere moneta, possedere una banca (IOR), avere
organismi con funzioni giurisdizionali (tribunale della sacra rota,
sant'uffizio che non ha ancora abrogato la pena di morte), mettere in
vendita prodotti non disponibili in Italia a prezzi convenienti
(farmaci, benzina ecc), divulgare informazioni con i propri mezzi di
comunicazione (radio vaticana, osservatore romano) potrebbe essere
considerato uno stato a se stante come il Principato di Monaco e non
parallelo a quello Italiano. Infatti la Costituzione della Città del
vaticano del 22 Febbraio 2001 recita: “Il sommo pontefice, sovrano dello
stato della città del vaticano ha la pienezza dei poteri legislativo,
esecutivo e giudiziario”.
Idee Laiche e Cattoliche a confronto: domanda 4
4-
Secondo lei la Chiesa ha il diritto di esprimere pubblicamente le
proprie posizioni e di dare indicazioni anche politiche ai suoi fedeli,
purché negli ambiti della legalità?
Così
come tutti possono esprimere liberamente le proprie opinioni, credo che
anche la chiesa debba godere della stessa libertà. Per quel che
riguarda le indicazioni strettamente politiche, ritengo che la chiesa
possa dire ai propri fedeli che le idee propugnate da certi partiti
siano in collisione con la dottrina cristiana, e quindi scoraggiare a
votare gli stessi, in quanto ciò rientra nel suo campo d'azione, ma
ritengo anche che non possa altresì dire ufficialmente chi votare: lì
sarebbe una indebita intromissione politica in affari di uno stato
estero, in quanto la chiesa finirebbe per immischiarsi nelle cose di
Cesare. Comunque, come dicevo, la chiesa può, in base alla sua dottrina,
dire ai suoi fedeli che certi pensieri o certe posizioni etiche (le
uniche che si possono riscontrare in ambito politico, che non si occupa
del campo spirituale), che possono essere presenti in norme o leggi,
sono in contrasto con la dottrina, e che un fedele non può appoggiarle
senza andare contro i precetti del proprio culto; indi, se i fedeli sono
appunto tali, si presume che assecondino i consigli della Chiesa. Ma
ciò non è un male: è esattamente come per i diversi pariti politici;
infatti, anche i dirigenti degli stessi agiscono in base alle ideologie
su cui sono fondati, avversando mozioni o altro che vanno contro i
principi degli stessi. E qui non vi è nulla di male. Qualcuno
naturalmente può replicare che i partiti almeno sono partiti italiani, e
possono parlare di politica, mentre il vaticano, oltre che essere uno
stato straniero, non dovrebbe impicciarsi, come da me stesso detto
sopra, negli affari strettamente politici. E questo è vero: infatti la
Chiesa dovrebbe dare solo consigli etici e spirituali e religiosi; ma
non è detto, e anzi accade spesso, che i due argomenti non entrino, in
vari temi, a confronto e contatto. Ed in tal caso la Chiesa non può
essere limitata nell'esprimere le proprie idee religiose e ad
insegnarle, come ha fatto da sempre, visto che non è che è andata a
metter parola in questioni altrui: semplicemente, le varie e differenti
questioni si sono incontrate. Naturalmente, posto ciò, per fare un
esempio pratico, si può dire che la Chiesa possa, per esempio,
esprimersi negativamente sull'aborto, considerandolo un male, e dire ai
propri fedeli di fare altrettanto: quindi credo che sia diritto della
Chiesa incoraggiare i medici cattolici a non praticare interventi
abortivi e incitare politici cattolici a bocciare i vari emendamenti che
vorrebbero eliminare l'obiezione di coscienza (apro una piccola
parentesi: è ben vero che, come si dice spesso, l'obiezione è stata
ammessa inizialmente perché si volevano tutelare quei credenti che,
quando la legge sull'aborto è stata approvata [1978], erano già medici; e
si può anche dire che tenere attualmente in vigore la liceità
dell'obiezione sarebbe come ammettere, per esempio, l'obiezione di
coscienza dei poliziotti sull'arresto di persone a loro care. Ma il
paragone è azzeccato? Cioè, se la donna fosse in pericolo mortale
ovviamente il medico ha il dovere di salvare la vita umana, ma se la
donna vuole abortire per motivazioni non vitali, diciamo, il medico può
anche passare il caso della signora a qualcun altro e dichiarare di non
volersene occupare, senza per questo essere condannato. Si dirà, il
medico è pagato anche con i soldi della signora, che è contribuente,
perché quindi non dovrebbe garantirle un servizio? In tal caso, posso
replicare che come il medico obiettore la signora paga lo stipendio
anche agli altri medici, quindi non le cambia niente passare da uno
all'altro. Nel caso in cui invece l'obiettore sia, caso eccezionale,
l'unico medico a cui la donna può rivolgersi per ottenere quello che
desidera, il medico in questione sarebbe in effetti costretto ad
accontentarla, quindi in tal caso ritengo che il medico, se cattolico,
dovrebbe lasciare il proprio lavoro, in quanto inabile nello svolgerlo
per motivi personali) ; il limite a questa libertà della Chiesa è
quello, però, di non impedire a chi vuole liberamente porre fine alla
gravidanza di appunto poterlo fare, e quindi non ha il diritto, per
esempio, di tramare con i propri fedeli affinché l'aborto sia impedito,
in quanto, ripeto, ciò sarebbe uno sconfinamento di campo religioso in
campo laico.
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RISPOSTA DI SARA OBICI, AUTRICE LAICA:
Mi
risulta che teoricamente la chiesa debba ricoprire principalmente il
ruolo di guida spirituale per i suoi fedeli, e che quindi NO, non possa e
non debba fornire le sue indicazioni politiche (palesemente influenzate
da interessi economici) ai suoi fedeli. Elargendo con ipotetica "buona
fede" queste indicazioni verso la fazione politica che a detta loro è la
più "conforme a portare avanti i principi cristiani" non fa altro che
contribuire alla campagna elettorale del partito che in realtà è quello
con il quale ha avuto interessi a mettersi in combutta. E dato che la
maggioranza della cittadinanza italiana è di fede cattolica questo è
un'altro degli innumerevoli trucchi con il quale i poteri forti e le
caste dominanti si guadagnano la certezza di mantenere inalterato il
loro potere; sfruttando il più famoso tipo di manipolazione mentale
conosciuta anche come "l'oppio dei popoli": la religione.
Idee Laiche e Cattoliche a confronto: domanda 5
5- Cosa ne pensa del rapporto economico tra Italia e Chiesa?
Ovviamente
la chiesa, è risaputo, gode di parecchie esenzioni sulle attività
commerciali. Un calcolo recente mi pareva sostenesse che la cifra delle
esenzioni si aggirasse intorno ai 4 miliardi. In effetti, se la Chiesa
non può permettersi di pagare questa cifra, dovrebbe coerentemente
disfarsi delle proprie attività fino ad arrivare a possedere solo ciò
che riesce a pagare con i propri introiti. Tuttavia, faccio anche notare
che L'Italia, paese di turismo, beneficia fortemente della presenza
della chiesa: infatti duomi e monasteri (pensiamo al Duomo di Milano o
alla Certosa di Pavia o al Sacro convento di Assisi o alla Cappella
della Sindone a Torino) attirano numerose folle turistiche, che
ovviamente danno un beneficio economico ai musei, nei ristoranti, nei
negozi o negli alberghi italiani. Nell'anno 2008, a fronte del 1553951
di visitatori della Galleria degli Uffizi di Firenze, i Musei Vaticani
registrarono ben 4441734 di visitatori, che, per il discorso di sopra,
spesero soldi anche in tutto il corollario di strutture per turisti
italiane. Indi il rapporto non è, come molti ritengono, unilaterale, ma
di scambio.
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I
rapporti economici tra Stato e Chiesa producono per la maggior parte un
danno allo stato. La Chiesa non paga l'Ici, l'Irpef ed Iva su 30 mila
dei suoi 50 mila immobili presenti in tutta Italia; il valore del
mancato pagamento di queste imposte è di € 6.086.565.703 all'anno(fonte
UAAR, è possibile verificare anche i bilanci consuntivi degli altri anni
su http://www.uaar.it/);
a cui vanno aggiunti i 9 miliardi di euro l'anno per sovvenzioni
dirette (Fonte: stime del matematico Piergiorgio Odifreddi). Poi nulla
sappiamo sulle attività dello IOR e sul danno che provocano allo stato
italiano poichè grazie al concordato del 1929 i dirigenti di questa
banca godono di totale immunità per possibili crimini economici commessi
ai danni dello stato Italiano: (esportazione illecita di denaro
all'estero, sovvenzionamenti ai partiti italiani, riciclaggio di
denaro). E non basta tirare in ballo l'afflusso di turisti attirati dai
monumenti ecclesiastici per far quadrare i conti; difatti chi visita i
musei vaticani paga sì un biglietto, ma questi soldi vanno alla Chiesa e
non allo stato. Quindi questo fantomatico ed irrisorio contributo che
la chiesa apporta alle finanze italiane si può riassumere in un turismo
"di rimando" per quanto riguarda infrastrutture e servizi; ma che
comunque non può eguagliare il danno allo stato arrecato dai mancati
pagamenti.
Idee Laiche e Cattoliche a confronto: domanda 6
6 - Come si schiera la chiesa cattolica riguardo ai fatti che hanno
coinvolto di Don Verzè?
coinvolto di Don Verzè?
Don
Verzè fu un personaggio molto controverso; pare sia stato anche sospeso
a divinis nel 1973. Indi il giudizio sommario sulla sua attività è
negativo, essendo stato più famoso come imprenditore che come pastore di
anime. Tuttavia ammetto che in certe organizzazioni laicali cattoliche
non si è tenuto, colpevolmente, questo giudizio sulla figura di Don
Verzè, e anzi pare anche che lo abbiano aiutato in attività poco lecite,
anche membri delle sopracitate organizzazioni che occupano alti posti
nell'amministrazione italiana, è ciò è assolutamente condannabile anche
se fatto da uomini vicini alla chiesa o dentro di essa.
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RISPOSTA DI SARA OBICI, AUTRICE LAICA:
Don
Luigi Maria Verzé è stato il fondatore dell'ospedale San Raffaele di
Milano, una delle strutture più rinomate d'Italia; tuttavia la sua
gestione non è stata delle più limpide. Durante lo svolgimento dei suoi
affari è stato condannato ben 3 volte, nel 1976 per tentata corruzione e
nel 1998 due volte per abuso edilizio. Inoltre è stato accusato nel
1978, nel corso di un'interrogazione parlamentare da Emma Bonino e Marco
Pannella; essi sostennero che quella del San Raffaele, da parte di
Verzé, fosse una "gestione mafiosa" e che il denaro pubblico destinato
all’ospedale finisse “nelle mani di loschi gruppi di potere clericali
che lo utilizzano per attività speculative e clientelari, sulla pelle
degli ammalati"(CIT). Un'altra indagine giudiziaria mise in luce una
serie di collusioni fra Luigi Verzé e un rappresentante del SISMI, Pio
Pompa. Dalle carte risulta che Pompa teneva costantemente al corrente
Verzé di quanto accadeva in ambito politico ed istituzionale, affinché
Verzé stesso potesse sfruttare le suddette informazioni in modo da
ottenere particolari vantaggi per le sue attività imprenditoriali. Di
sicuro Don Verzè ha dei meriti innegabili per quanto riguarda
l'ospedale; ma il fine NON giustifica i mezzi: la legge non si dovrebbe
infrangere per nessun motivo. Anche in questo caso la chiesa non si è
sbilanciata più di tanto e non ha preso una posizione su questo
argomento. Matteo (6,24): "Non potete servire a Dio e Mammona", questo
uno dei tanti casi in cui questa frase viene disattesa.
Idee Laiche e Cattoliche a confronto: domanda 7
7
- Come spiega che la chiesa cattolica, che dovrebbe essere portatrice
del messaggio cristiano, e quindi promuovere ideali di eguaglianza
rispetto per gli altri e comprensione abbia posizioni del tutto omofobe
nei confronti di: omosessuali, donne, altre fedi?
Le
posizioni sull'inferiorità delle donne è stata una interpretazione del
periodo medioevale delle Sacre Scritture, ma non così assoluta come si
pensa solitamente: ricordo le figure di Matilde di Canossa, di Cristina
di Svezia (queste due con tombe addirittura nella stessa Chiesa di San
Pietro) di Santa Hildegarda di Biengen, di Santa Giovanna d'Arco, di
Santa Genoveffa, e di tante altre, che erano donne e che hanno avuto
ruoli rilevanti nella storia dei loro paesi, trattando da pari a pari
con Papi ed Imperatori e Re. Per non parlare poi dell'importanza che la
Vergine Maria riveste per il cattolicesimo. Certo, rimaneva comunque una
misoginia di fondo in ambiti molto larghi della chiesa. Tuttavia questa
misoginia fu un errore, non parte della Chiesa stessa (infatti le
consuetudini patriarcali della famiglia comuni all'epoca medioevale,
esistevano già prima dell'avvento della chiesa; essa le assorbì
solamente; quando i tempi cambiarono, cambiarono le usanze, ed anche la
chiesa cambiò le stesse) e fortunatamente è stato corretto.
Sull'omosessualità, se posso azzardare un mio parere, direi che la
posizione della chiesa è insolitamente dura perché il problema non è
stato ancora vagliato abbastanza bene dal punto di vista teologico:
infatti l'amore per un'altra persona, che viene da Dio per la dottrina,
non può essere un male (se invece è amore per il male o l'amore fisico
per uno strettissimo consanguineo [incesto] non è amore ma perversione e
malattia; perversione è anche l'amore fisico per le bestie, ma non
l'affetto per esse; l'amore per gli oggetti è in realtà avidità, ecc.
ecc., ma qui è un altro discorso), e che, continuando a venire sempre da
Dio, che non può essere limitato, neanche esso può essere limitato da
convenzione sociali o da fattori corporei. Presumo quindi che, con uno
studio più approfondito dell'argomento, si giungerà a soluzioni più
ragionevoli. Sulle altre fedi, direi che, dall'ultimo concilio, i
rapporti con quelli che una volta erano chiamati “eretici” e
“scismatici” sono molto migliorati, rispetto a quando ci davamo
vicendevoli mazzate, di cui abbiamo colpa sia loro che noi. Sarebbe però
inappropriato e poco corretto voler che la Chiesa dica che tutte le
religioni sono vere e sante: prima di tutto perché , a livello logico,
dato che ogni religione da' versioni differenti di creazione della
realtà e risoluzioni a problemi morali, la cosa sarebbe complicata, e
secondariamente perché così si desidererebbe che la chiesa rinnegasse il
suo di credo, negando l'opera di salvezza universale del proprio Dio,
quindi che abiurasse. E, dato che le persone civili non ragionano con
“l'occhio per occhio” , si presume che, se ritengano che la chiesa abbia
sbagliato a far abiurare Galilei, lo fanno perché ritengono sbagliato
costringere qualcuno a ripudiare le proprie idee, non perché l'hanno
fatto al signor Galilei in particolare.
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Il
2008 segnò un momento significativo nel definire le posizioni della
Chiesa riguardo agli omosessuali. In quell'anno infatti ricorreva il
60°esimo anniversario dalla dichiarazione ONU dei diritti dell'uomo; ed
il ministro francese incaricato degli affari esteri e diritti dell'uomo
Rama Yade propose di introdurre una moratoria per i 91 paesi del mondo
che considerano illegale l'omosessualità. In seguito a queste
dichiarazioni arrivò il secco no da parte dell'osservatore del vaticano
all'ONU, monsignor celestino migliore, che si dichiarò contrario alla
depenalizzazione universale dell'omosessualità. Le ragioni di questa
scelta sussistono sulla base di un "ragionamento" assurdo e contorto che
proveremo comunque ad esporre e a trattare. In sostanza si rifiutano di
difendere i gay perchè sennò i paesi che continuerebbero a
perseguitarli si sentirebbero discriminati; in questo modo il Vaticano
si schiera dalla parte di paesi come lo Yemen e gli Emirati Arabi nei
quali l'omosessualità è punita con la pena di morte. Vi sembra un
ragionamento sensato o quantomeno accettabile? Si rifiutano di difendere
gli omosessuali perchè altrimenti quegli stati che si macchiano della
grave colpa di mettere a morte queste persone potrebbero venire
discriminati (ma da chi?). La Chiesa non dovrebbe essere portatrice di
un messaggio di pace, di uguaglianza, di accettazione e di perdono?
Eppure sceglie di far continuare le angherie che queste persone
subiscono ingiustamente. Un
altro capitolo è quello che riguarda le donne, da sempre dipinte come
esseri tentatori sui quali ricade la colpa del peccato originale e sulle
quali non si può fare affidamento; questo atteggiamento non ha fatto
altro che alimentare l'emarginazione delle donne dalla vita sociale
durante il corso della storia. Un
altro campo nel quale l'atteggiamento della Chiesa non apporta nè
distensione nè miglioramento è il rapporto con le altre fedi: il
conflitto è inevitabile poichè ognuna delle religioni pretende di essere
la sola, l'unica e la vera e di conseguenza tende a diffidare delle
altre.
Idee Laiche e Cattoliche a confronto: domanda 8
8 - Come spiega che la chiesa cattolica abbia impiegato più di 400 anni per riabilitare Galileo e le sue tesi?
Non
400, circa 180. Infatti nel 1822 le tesi copernicane furono
completamente accettate e le opere che sostenevano lo stesso sistema
copernicano furono tolte dall'indice dei libri proibiti nel 1834.
Comunque, il problema non erano tanto le scoperte in sé, quanto il fatto
che Galileo sosteneva che la Bibbia avesse valenza sì religiosa e
magari anche storica, ma non scientifica. Per usare un suo motto “La
Bibbia insegna come andare in cielo, non come va' il cielo”. All'epoca
la chiesa riteneva che la Bibbia insegnasse, insieme come andare che,
con Aristotele e Tolomeo, come andava. Data la sensibilità della Chiesa
sulla questione dell'interpretazione delle Sacre Scritture, dovute alla
continua guerra con i protestanti proprio su questo tema, direi che fu
mossa da una iper-prudenza e cassò Galileo per evitare l'insorgere di
possibili correnti di pensiero eretiche in Italia, derivate dal metodo
di lettura proposto dallo scienziato pisano. Quando il conflitto coi
protestanti scemò, si resero conto che Galilei aveva ragione e lo
riabilitarono.
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Il
fatto che la chiesa cattolica abbia impiegato più di 400 anni per
riabilitare il nome di Galileo e per accettare le sue tesi è l'ennesima
riprova di come i ragionamenti e le dottrine dogmatiche siano
assolutamente poco flessibili e disposte a vedere chiaramente la realtà.
Durante il corso della storia la chiesa ha disprezzato, osteggiato e
condannato le idee di numerosi scienziati poichè non conformi alla loro
visione della realtà (che era considerata l'unica possibile); idee che
al giorno d'oggi sono il fondamento della scienza e forniscono una
valida lente per osservare la natura. Le varie filosofie si ripropongo
di essere una guida per gli uomini all'interno della realtà in cui
viviamo, ma allora come può la filosofia cristiana giungere a questo
obiettivo se prima di tutto non sa accettare e definire la vera natura
delle cose?
Idee Laiche e Cattoliche a confronto: domanda 9
9 - Perché la chiesa ha intrattenuto rapporti politici con regimi dittatoriali?
L'impegno
a perseguire il bene non è sganciato (o meglio, non dovrebbe) dal
realismo, per la Chiesa. Trattenere i rapporti con i vari dittatori ed
evitare condanne ufficiali è una Ostpolitik adottata dalla Chiesa nella
convinzione che sia meglio mantenere i rapporti piuttosto che
trincerarsi in barricate opposte. Per esempio, Pio XII non condannò
apertamente il nazismo (se non con l'enciclica Mit brennender Sorgen,
che aveva contribuito a scrivere e a far diffondere in Germania
aggirando i controlli nazisti, il cui governo e la cui ideologia
l'enciclica condannava) perché concluse realisticamente che non sarebbe
servito a niente (la denuncia fine a sé stessa non è propria del
cristianesimo: meglio agire affinché si rimedi al male, se il parlare
non serve), se non a far perseguitare anche la Chiesa dal reich: quindi
evitò condanne ufficiali (anche perché temeva più i comunisti che i
nazisti e vedeva nel reich un cuscinetto contro l'espansione sovietica) e
agì sotto banco per far quel che poteva per i perseguitati (non è
infatti vero che Pio XII non fece nulla per gli ebrei: autorizzò
l'ospitalità nei conventi e nei monasteri e aiutò fortemente la comunità
di Roma, tanto che Israel Anton Zoller, rabbino capo di Roma durante la
Guerra, si convertì al cattolicesimo finito il conflitto e si fece
battezzare con il nome di Eugenio, in onore appunto di Papa Pio XII, al
secolo Eugenio Pacelli). Certo, poi i Papi potevano anche essere illusi
dalle promesse dei dittatori e ritenerli, all'inizio, brave persone: Pio
Xi chiamò Mussolini l'uomo della provvidenza, agli inizi del suo
governo (salvo poi che i due iniziarono a detestarsi dopo poco). Può
anche essere che a volte appoggiassero direttamente delle dittature: in
Spagna la Chiesa sosteneva senza tentennamenti Franco, nonostante i suoi
metodi violenti, contro i comunisti che, dal 1933 al 1936, appiccarono
fuoco a chiese e conventi, uccisero religiosi, violentarono religiose,
distrussero edifici sacri (e non saprei darle torto). Inoltre, La Chiesa
tenne rapporti anche con Impero sovietico, con i comunisti di Cuba e
attualmente con Pechino, quindi tirannidi “ostili”: prova del fatto che
appunto non considera una dittatura meglio dell'altra, ma prova a
dialogare con tutte nella speranza che il dialogo favorisca un
ammorbidimento e serva a qualcosa. Se così poi non è, come sotto Hitler,
si ricorrono a vie traverse (come in Cina, dove esiste una Chiesa
sotterranea che si oppone al regime). L'unico episodio controverso è
quando Papa Giovanni Paolo II si affacciò alla finestra di Pinochet.
Avrebbe in effetti dovuto evitarlo. Comunque, per finire su questo tema,
direi che anche le buone intenzioni possono non bastare: infatti
quand'anche ci fosse una scelta politicamente migliore di un'altra, la
chiesa dovrebbe scegliere quella più aderente a ciò che vorrebbe Cristo
(che però non necessariamente non è mai la scelta politicamente
migliore): se non fa ciò , si priva di Cristo, e priva di Cristo la
chiesa è solo una struttura di potere fine all'accumulo dello stesso e
della ricchezza; e ciò, ovviamente, è da evitare e non merita scuse.
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La
chiesa ha intrattenuto rapporti politici con numerose dittature:
Pinochet in Cile; Mussolini in Italia, Hitler in Germania, Franco in
Spagna ecc.. Appoggiare e collaborare con dei dittatori: che hanno
ottenuto il potere con colpi di stato violenti, che hanno annullato la
libertà dei loro popoli, che hanno imprigionato e ucciso i dissidenti è
un atto che la chiesa non disdegna di fare perchè vi sono delle analogie
di pensiero tra le dittature e il Vaticano. Il despota ritiene che il
suo governo, le sue idee e la sua autorità non possano mai e poi mai e
da nessuno essere messe in discussione; e così allo stesso modo la
chiesa tende a preservare il suo potere assolutistico. La chiesa, che
apparentemente dovrebbe difendere ideali come la pace, la non violenza,
la libertà, invece di schierarsi contro questi criminali vi intrattiene
stretti rapporti diplomatici. Ad esempio papa Wojtyla, durante la sua
visita in Chile, venne ospitato e si affacciò al balcone delle Moneda
con Pinochet (ricordiamo che sotto il regime di questo dittatore vennero
uccisi 40.018 dissidenti Fonte BBC).
Idee Laiche e Cattoliche a confronto: domanda 10
10
- Come è ammisibile, secondo lei, che la chiesa cattolica, promotrice
dell'inquisizione, di torture e di roghi non abbia mai fatto abbastanza
autocritica?
Gli
uomini di chiesa dei secoli passati erano uomini del loro tempo; un
omicidio resta un azione sbagliata sia che sia stato commesso 400 anni
fa, che oggi o fra 700 anni, naturalmente, e la Chiesa non avrebbe
dovuto incoraggiare il braccio secolare a mandare a morte chicchessia,
almeno in linea generale. Tuttavia, appunto quelli erano tempi crudeli, e
un eretico non era solo una minaccia alla fede della collettività, ma
anche alla sicurezza pubblica (vedere Inghilterra con l'anglicanesimo e
la Francia con gli ugonotti, per citarne alcuni) e come tale andava
eliminato per preservare la società. Crudele? Certamente. Ma, la storia
lo dimostra, era necessario, all'epoca, per la sopravvivenza della
società. Anche se, per aprire una piccola parentesi, dato che la Chiesa
ritiene che Dio l'assista sempre, capiti quel che capiti, non avrebbe
dovuto ricorrere ad un “peccato necessario” come la messa a morte
dell'eretico, in quanto, appunto, il peccato non è mai necessario,
proprio in base alla sua dottrina.
La
chiesa cattolica si è macchiata dei crimini più efferati della storia
dell'umanità: Il rogo di milioni di donne accusate di stregoneria; la
tortura e l'assassinio di tutte le persone contrarie all'ortodossia
cattolica da parte del tribunale dell'inquisizione; il sostegno alle
cosiddette guerre "sante" portate avanti per interessi commerciali e
giustificate tirando in ballo il volere di Dio; lo sterminio dei nativi
americani che erano "incentivati" a convertirsi dai cattolicissimi
conquistatori spagnoli, e se non rispondevano correttamente (cosa
improbabile non sapendo la lingua) venivano uccisi; l'assassinio di
scienziati brillanti che con le loro teorie avevano osato gettare nuova
luce sulla realtà che però poteva essere rischiarata solo dalla saggezza
della "parola di Dio" (che poi in fin dei conti era quella del clero).
Questi sono i danni che provocano le religioni, che essendo basate su
dogmi non accettano altre visioni della realtà diverse dalla propria, e
partendo da questi presupposti non possono far altro che generare un
ragionamento assolutistico e conservatore che non è mai disposto a
cambiare idea, poichè facendolo si discosterebbe dai dogmi da cui ha
avuto origine. Ma come diceva il grande filosofo Aristotele riferendosi
al suo celebre sillogismo: partendo da proposizioni errate, sommarie e
non verificabili si arriverà ad una conclusione coerente, ma non
corretta ed aderente alla realtà. L'atteggiamento oscurantista della
chiesa cattolica (che però a detta loro è disponibile e aperta al
confronto) permane anche ai giorni nostri: una prova di questo è che
ancora oggi esiste l'indice dei libri proibiti (creato pensate nel
1558); ma la riconferma ancor più grave viene dal fatto che non c'è MAI
stata una dichiarazione ufficiale da parte del papa o di chiunque altro
per ammettere i crimini della chiesa cattolica, figuriamoci tanto meno
per chiedere scusa,anche se questo comunque non basterebbe. Questo
fatto, (ovviamente giudicato da un essere pensante e non ottenebrato da
dogmi), risulta assolutamente vergognoso; il vaticano è stato
responsabile della morte di milioni di persone innocenti (non pensate
davvero che esistano le streghe!?!) e non ha mai pagato secondo
giustizia di questo; non ha mai nemmeno ammesso di avere sbagliato: e
qualora abbiano confermato qualche responsabilità hanno definito errori
quelli che in realtà erano autentici crimini (un peccatore può essere
perdonato, un criminale dovrebbe subire una condanna; questa è la
differenza tra un errore un crimine). Questo silenzio vuole forse dire
che la chiesa è ancora convinta che quelle azioni siano state giuste e
volute da Dio?, se la risposta è si, come si può accettare un fatto del
genere?. La chiesa cattolica avrebbe dovuto rappresentare una religione
che predica amore verso il prossimo e invece si è resa responsabile di
milioni di morti; ecco quello che succede con le religioni:
apparentemente portano tutte un messaggio di pace, ma essendo fondate su
dogmi danno origine a ragionamenti viziati che portano al rifiuto di
idee e convinzioni altrui, causano scontri con i membri delle altre
religioni e in definitiva producono esclusivamente guerre e conflitti.
Per questo sostengo che per portare avanti ideali di pace, di
uguaglianza e di rispetto non ci sia bisogno di costruire alcuna
religione, nessun sistema di gerarchie, dogmi e regole; ma che basti
vivere con la consapevolezza che per i veri essere umani i comportamenti
etici esistono a prescindere da qualunque tipo di religiosità.
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