(AGI) - Roma, 26 set. - "L'Italia dei Valori chiede di rivedere
urgentemente l'art. 595 del codice penale, nella parte in cui
prevede, come sanzione, anche la pena della detenzione". Lo
chiede il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro,
al ministro della Giustizia, Paola Severino, durante il
question time alla Camera.
"Noi siamo convinti che l'informazione libera sia l'essenza
della democrazia, ma siamo anche convinti che non si debbano
offendere la reputazione, l'onore e il decoro della persona.
Quindi, chi diffama deve essere punito, ma non con il carcere.
Un reato d'opinione punito con la carcerazione mette a rischio
l'informazione libera e plurale, imbavagliandola". "Io
personalmente, che ho centinaia di cause con chi mi diffama
tutti i giorni, preferirei confrontarmi con questi per far loro
cambiare idea su cio' che hanno scritto e per farmi risarcire
del danno, piuttosto che vederli in galera. Questa non e'
democrazia, ma e' una manovra di stampo fascista", aggiunge Di
Pietro spiega: "Non vi e' dubbio che la liberta' di stampa e'
fondamentale ed e' costituzionalmente garantita. Cosi' come e'
garantito il principio della tutela della reputazione della
persona. Pertanto, non si deve utilizzare l'informazione come
strumento per delegittimare le persone e produrre dossieraggio.
Io di dossieraggi ne ho subiti a decine, anche da Sallusti che
oggi e' sottoposto al giudizio definitivo della Cassazione.
Ritengo, pero', che non sia giusto punire con il carcere chi fa
informazione, perche' ci sono altri strumenti come il
risarcimento del danno, la pena pecuniaria, e l'obbligo di
ammettere il proprio errore con le stesse modalita' con cui ha
diffamato". "In nome dell'art.77 della Costituzione avete gia'
fatto 34 decreti legge con 34 fiducie", ha ricordato Di Pietro
al ministro della giustizia, "Credo che chiunque ritenga giusto
e urgente far evitare la galera per un reato d'opinione, anche
se la persona in questione si chiama Sallusti".
Nessun commento:
Posta un commento