venerdì 6 luglio 2012
Spending review, è già rivolta dei sindacati
Roma, 6 lug. (TMNews) - Ha incassato il via libera del Cdm ma non quello
dei sindacati e di una buona parte delle forze politiche.
Divide il decreto sulla spending review che
ridisegnerà la spesa pubblica senza escludere alcun settore, dalle
Province, alla
difesa, dalla sanità alla scuola e dipendenti
pubblici. E se il ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi ha
parlato
di una "svolta per lo Stato", la Spi-Cgil ha
catalogato il provvedimento come "il colpo di grazia alla sanità
italiana che
si rifletterà direttamente sulla condizione di
milioni di anziani e pensionati". Il sindacato avverte: verranno
cancellati
80mila posto letto e chiuderanno centinaia di
piccoli presidi sanitari sul territorio. "La sanità italiana negli
ultimi anni
ha fatto un grande sforzo, le reazioni sono
comprensibili. Abbiamo fatto però un'operazione che mantiene
sostenibilità a livello
nazionale e incentiva i comportamenti virtuosi
delle regioni" ha cercato di spiegare il ministro della Salute Renato
Balduzzi.
Il decreto sulla spending review "pur cominciando
ad affrontare la questione dei risparmi, non scioglie i veri nodi su cui
occorre incidere per una strutturale
razionalizzazione della spesa pubblica" ha commentato invece la Uil
attraverso un comunicato.
Il sindacato, in una dichiarazione congiunta con la
Cgil, ha poi parlato di una "mannaia per i servizi pubblici resi ai
cittadini
e per i lavoratori che li offrono".
Sul versante politico i contrari sono numerosi e
battono i pgli sul tavolo, i favorevoli son di meno e più timidi. Il Pd è
d'accordo col principio della spending review, ma
su "due, tre punti vogliamo guardarci", a cominciare dalla "sanità" ha
detto
Pierluigi Bersani. Un "passo avanti e un segnale
concreto di riduzione delle spese" ha detto l'Udc tramite Mauro Libé,
responsabile nazionale per gli Enti locali.
Un provvedimento "ammazza Italia", invece, per
Nichi Vendola, che ha espresso un giudizio negativo molto netto.
Denunciando
"la clamorosa insensibilità del governo Monti e
l'interlocuzione assolutamente retorica con i rappresentanti degli Enti
locali
e delle Regioni". Polemica anche la Lega: "il
governo non taglia dove serve" secondo il leader del Carroccio Roberto
Maroni.I
comuni virtuosi devono essere penalizzati e non
puniti - ha spiegato - perché è sbagliato portare via i soldi a chi li
ha
risparmiati con la buona gestione".
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