venerdì 1 giugno 2012

Che nessuno tocchi il 2 giugno

Il 2 giugno 1946 gli italiani, a suffragio universale, oltre che a votare i rappresentati dell'Assemblea Costituente si pronunciarono sulla scelta" Monarchia oppure Repubblica".
Ma il processo storico che portò al voto del 2 giugno 1946 iniziò qualche anno prima, per essere precisi l'8 settembre 1943, con la nascita della Resistenza partigiana.
I partigiani, lo sapete tutti, si opposero al governo autoritario fascista, di fatto dittatura, che si era instaurato in Italia e che trascinò il nostro Paese nella seconda guerra mondiale.
Il 2 giugno è dunque l'ultima delle tre date della democrazia e della libertà italiana, preceduta da: 25 aprile e 1 maggio.
La sua valenza storica è enorme, ed è giusto festeggiare tale ricorrenza, anche in periodi di crisi. Ovviamente però, come dice il Presidente della Repubblica, in tempi di crisi bisogna saper conciliare da un lato la valenza "storico-culturale" di tale data, dall'altro le richieste dei cittadini italiani, che in momenti difficili, pretendono sobrietà da parte delle istituzioni.
I cittadini nel pretendere sobrietà da parte dello Stato non hanno nessun torto, ma devono ricordare il sacrificio di milione di persone, di padri e madri di famiglia, che per arrivare a quel risultato  lottarono e spesso persero la vita.
In conclusione, vorrei dire (o meglio scrivere) che in momenti di crisi occorre un grande segnale da parte dello Stato, come: tagliare il superfluo, migliorare gli investimenti e così via ma mai e poi mai rinunciare ad una festa laica nazionale come il 2 giugno. Se dobbiamo tagliare i festeggiamenti di qualche festa, facciamolo per le quelle religiose

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